a cura Dott. Gianluca Selleri coordinatore della Sezione Speleologia del GSL ‘Ndronico di Lecce
RELAZIONE SULL’ATTIVITA’ SVOLTA DAL GRUPPO SPELEOLOGICO LECCESE ‘NDRONICO NELL’AMBITO DEL PROTOCOLLO DI INTESA SOTTOSCRITTO CON IL COMUNE DI SUPERSANO NEL 2007
PREMESSA
In data 16 settembre 2007, soci del Gruppo Speleologico Speleologico Leccese ‘Ndronico, hanno effettuato un intervento di pulizia nell’inghiottitoio Vora COELIMANNA in collaborazione con I soci dello Speleo Club ‘Ndronico di Lecce. Tale intervento era stato programmato e concordato con il Comune di Supersano nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto pochi giorni prima e rientra anche nel programma di attività della Associazione scrivente previsto per il 2007.
Il Gruppo ‘Ndronico, infatti, già nei mesi di maggio e giugno ha effettuato delle esplorazioni nella Vora Coelimanna durante le quali si è constatato il grave stato di degrado della cavità, connesso alla presenza di una notevole quantità di rifiuti. Questi, verosimilmente, sono materiali abbandonati nelle campagne o lungo i canali di bonifica che, presi in carico dalle acque di pioggia, sono accumulati all’interno della vora.
L’intervento condotto ha permesso di risanare solo temporaneamente tale situazione di degrado. È necessario sottolineare, infatti, che attualmente gran parte dei rifiuti è stata rimossa ma sussistono ancora tutte le condizioni perché presto si ricostituisca l’accumulo di materiali inquinanti.
La presente relazione descrive l’intervento compiuto; ad essa è allegato un CD con la documentazione fotografica e video delle attività svolte.
DESCRIZIONE DELLA CAVITA’
La Vora Coelimanna si apre al piede della Serra di Supersano e rappresenta un inghiottitoio visibile della conca che occupa la parte centrale della depressione tettonica di Supersano. Questa depressione, allungata grossomodo NNW-SSE, è delimitata ad Ovest dalla Serra ed a Est dalla scarpata di linea di faglia che borda l’ampio pianoro di Bosco Belvedere. Il fondo della depressione è solcato dai canali di bonifica che raccolgono le acque delle incisioni naturali che terminano al piede della scarpata del pianoro e le convogliano verso gli inghiottitoi.
Tra questi, la Vora Coelimanna è sicuramente la cavità più estesa. Essa, infatti, dopo le esplorazioni condotte nei mesi di maggio e giugno, che hanno permesso di superare il sifone che rappresentata il vecchio fondo, ha una lunghezza stimata di oltre 250 metri ed una profondità complessiva di circa 15 metri.
Alla parte ipogea dell’inghiottitoio si accede da un ampio portale (Foto 1) la cui geometria è stata marcatamente condizionata in seguito ad un intervento di ingegneria realizzato nei decenni precedenti dal Consorzio di Bonifica Ugento li Foggi, nella cui giurisdizione ricade la cavità. Attualmente quindi l’ingresso è preceduta da una vasca di decantazione con scolmatore, purtroppo non funzionante perché non mantenuta, cui segue un canale rivestito in calcestruzzo armato fino all’ampio portale. Oltre tale limite affiora la calcarenite in cui si sviluppa tutta la cavità.
La prima parte della grotta è rappresentata da un ampia galleria che inizialmente corre perpendicolarmente alla scarpata della Serra per poi, dopo poche decine di metri, voltare bruscamente a gomito e proseguire restringendosi gradualmente parallelamente a tale versante. La galleria termina in un ampia sala da crollo (Foto 2) da cui parte un cunicolo che dopo alcune decine di metri arriva fino al ciglio di un ampio pozzo profondo circa 5 metri alla cui base è presente una profonda pozza di acqua stagnante (Foto 3). La grotta prosegue lateralmente al pozzo con una ampia sala da cui parte un cunicolo allagato che gradualmente aumenta di dimensioni. Tale cunicolo corre al di sotto e parallelamente ma con direzione opposta alla prima parte della cavità ed è percorribile per poche decine di metri terminando in un sifone.
Nei mesi di maggio e giugno 2007 è stato possibile, utilizzando un idrovora, abbassare il livello dell’acqua nel sifone e quindi superare l’ostacolo fino al nuovo fondo (Foto 4), rappresentato anch’esso da un secondo sifone. Tra il vecchio fondo ed il nuovo si sviluppa un lungo cunicolo caratterizzato da brevi salti e da profonde pozze d’acqua (Foto 5) che è interrotto da un ampio pozzo profondo 6-7 metri (Foto 6), anch’esso caratterizzato alla base da una profonda pozza d’acqua stagnante. Dal pozzo parte una breve galleria che conduce in un ampio ambiente sul cui fondo si trova il sifone terminale. Sul soffitto della sala, a 5 – 6 metri di altezza, occhieggia una finestra ancora inesplorata.
LO STATO DI DEGRADO
Già durante le prime esplorazioni effettuate nel mese di maggio è apparso evidente che le condizioni igienico sanitarie della Vora Coelimanna fossero particolarmente precarie. All’interno della cavità, infatti, erano presenti oltre ad abbondanti materiali vegetali, rappresentati da sfalci derivanti dalle normali pratiche agricole, anche notevoli quantità di materiali plastici (cassette di polistirolo, tubi da irrigazione, teli da serra, bottiglie ad uso alimentare, contenitori di fitofarmaci, ecc.) derivanti in gran parte anch’essi dalle attività agricole ed alcuni elettrodomestici dimessi (RAEE).
Tali rifiuti, in gran parte classificabili come pericolosi, erano presenti lungo tutta la cavità fino al primo sifone (Foto 7; 8; 9), con la sola esclusione della galleria di accesso.
Verosimilmente si tratta di rifiuti derivanti dalle normali pratiche agricole che, anziché essere trasportati fino ai cassonetti vengono abbandonati ai margine dei campi e quindi prevalentemente in corrispondenza dei canali di drenaggio delle acque meteoriche o addirittura vengono parzialmente combusti. Tali materiali, durante gli eventi meteorici vengono presi in carico dalle acque di scorrimento superficiale e trasportati fino alla Vora dove si accumulano formando cospicui materassi alluvionali.
L’accumulo di questi materiali essenzialmente può implicare due ordini di problemi. Quelli più evidenti ed immediati sono connessi alla diminuzione delle capacità drenanti della cavità che comporta ovviamente il ristagno delle acque di pioggia in superficie; quelli meno evidenti, ma comunque non meno gravi sono connessi all’inquinamento della falda profonda. La presenza di rifiuti negli inghiottitoi rappresenta infatti un gravissimo fattore di inquinamento, poiché, le acque superficiali che attraversano queste cavità per mescolarsi alla falda profonda, entrando in contatto con i rifiuti, possono caricarsi di sostanze nocive o tossiche.
L’INTERVENTO DI PULIZIA
L’intervento di tutela messo in atto domenica 16 settembre 2007 ha visto la partecipazione di 11 speleologi del Gruppo Speleologico Leccese ‘Ndronico e di 3 speleologi dello Spelo Club Cryptae Aliae di Grottaglie.
L’attività è cominciata verso le ore 9,00 e si è conclusa nel primo pomeriggio, quando tutti i rifiuti raccolti nella grotta erano stati accumulati in corrispondenza del cassonetto posto in prossimità del cimitero comunale (Foto 10). La permanenza in grotta può esser stimato pari ad oltre 50 ore. È stata prodotta una ricca documentazione foto e video allegata alla presente relazione.
Il trasferimento dei rifiuti dalla bocca dell’inghiottitoio al cassonetto è avvenuto per mezzo di una Moto Ape messa a disposizione dal Comune mentre la movimentazione all’interno della cavità è avvenuta con teli di plastica per rifiuti in cui sono stati accumulati mano a mano i vari materiali raccolti (Foto 11; 12).
Il peso complessivo dei materiali asportati può essere stimato approssimativamente in alcuni quintali. Sotto l’aspetto qualitativo questi erano rappresentati prevalentemente da materiali plastici ed in parte erano classificabili come rifiuti pericolosi. Sono stati recuperati anche alcuni elettrodomestici, contenitori di olii minerali, rifiuti ferrosi e scarti di macellazione. Purtroppo non è stato possibile procedere ad una più dettagliata analisi quali-quantitativa.
PROSPETTIVE DI TUTELA
Come rilevato in premessa, l’intervento condotto ha permesso di risanare solo temporaneamente la situazione di degrado che interessa la Vora Coelimanna. L’attività svolta, infatti, non rappresenta certo un intervento strutturale capace di porre fine alle cause varie che determinano l’accumulo di rifiuti nella cavità.
Per raggiungere questi obiettivi sarebbe necessario in primo luogo avviare una campagna di sensibilizzazione rivolta sia agli operatori agricoli che normalmente operano nelle vicinanze dell’inghiottitoio sia più in generale a tutta la popolazione per stimolare una attenta riflessione sui problemi pratici ed oggettivi derivanti dallo smaltimento di rifiuti nell’inghiottitoio.
Sarebbe necessario inoltre ripristinare ed in parte completare le opere di regimentazione idraulica già esistenti ma, purtroppo, non mantenute. Tale azione permetterebbe di abbattere il carico solido delle acque che si riversano nell’inghiottitoio ed i particolare di intercettarne la frazione galleggiante cui si può ascrivere la gran parte dei rifiuti recuperati dalla grotta.
Ovviamente, il ripristino della funzionalità delle opere esistenti non potrà comportare alcun giovamento se non si avvierà anche una azione di manutenzione programmata delle stesse.
Lecce, novembre
Il Presidente del GSL ‘Ndronico
Sig. Giovanni Cemonesini
ALBUM FOTOGRAFICO
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