Sono ripresi alla fine di gennaio 2004 gli scavi archeologici in Località Scorpo, nei pressi della zona di espansione industriale del territorio di Supersano, dove si stanno portando alla luce i resti di un insediamento di età altomedievale. Una prima campagna di scavi era stata effettuata nella primavera del 1999, in seguito alla segnalazione della presenza di evidenze archeologiche sul fronte di una cava. In quell’occasione vennero individuate e scavate due strutture ‘a fossa’, tagliate nel banco naturale delle “sabbie di Cutrofiano”, datate da analisi al radiocarbonio al VII secolo. Le due fosse, con ogni probabilità, rappresentavano i fondi di due capanne con piani sopraelevati in legno, strutture abitative e di imagazzinamento piuttosto modeste, ma ben adattabili ad ambienti naturali umidi quali le paludi. In effetti, sia le fonti archeologiche, che le notizie storiche sono concordi nell’indicare nella presenza di una zona palustre ai margini di un area boschiva (il bosco di Belvedere) l’habitat storico di queste abitazioni. Un ambiente ‘marginale’ , ma anche ricco di risorse vegetali ed animali, come dimostrano le varie ossa di cervo rinvenute nel corso dello scavo.
Le ricerche tuttora in corso hanno messo in evidenza un terzo fondo di capanna, di dimensioni ridotte, al cui interno sono stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici pertinenti a pentole ed anfore per contenere liquidi, ossa animali con tracce di macellazione e strati di carboni, dovuti probabilmente alla combustione di parte del legno che costituiva la struttura. Un’altra fossa, individuata ad ovest delle altre strutture, attende di essere indagata nella prossima campagna di scavo. Nella parte Nord dell’area è stato rinvenuto, invece, un muro a secco costruito in pietre calcaree, lungo oltre sette metri e largo circa un metro, accanto al quale vi era un pozzo in blocchi parzialmente squadrati, finora scavato fino ad una profondità di circa due metri e mezzo. E’ probabile che il muro doveva rappresentare parte di un recinto, forse con alzato in legno, che circoscriveva l’insediamento.
Stupisce la presenza di queste capanne a Supersano. Tale tipo di strutture, per l’età medievale, è stato sempre messo in relazione con “culture” del nord Europa, dove le condizioni climatiche e la grande disponibilità di legname indirizzavano naturalmente verso l’uso di questi edifici. In Italia gli esempi più noti si riferiscono alle capanne longobarde rinvenute a Brescia e quelle scavate in Toscana, presso Poggibonsi (SI), dove, comunque, l’importazione di modelli costruttivi d’oltralpe appare possibile. Ma nel Salento medievale il significato di queste strutture è presumibilmente differente. Esse sembrano riflettere un tipo di abitato rurale, perfettamente integrato con l’ambiente circostante, finora sconosciuto in Italia meridionale.
Allo stesso modo, è un unicum per l’Italia meridionale il calice in vetro, rinvenuto in uno dei fondi di capanna, in stato frammentario, confrontabile ad un esemplare conservato al Museo di Aquileia, ad uno proveniente dal ‘palazzo’ dei Goti, a Monte Barro (CO), ed ancora ad un calice rinvenuto negli scavi dell’abbazia di S. Vincenzo al Volturno e ad un altro proveniente da Capodistria. Questi manufatti, per luogo di ritrovamento e fattura sono stati considerati prodotti di un certo pregio. Come sia giunto in questo villaggio, un oggetto di tale qualità, è una delle domande alle quali gli archeologi dovranno dare risposta con il prosieguo delle ricerche. Lo scavo è stato condotto in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, con finanziamenti da parte del Comune di Supersano.
Articolo ripreso dal sito della Facoltà di Beni Culturali di Lecce