Alcune brocche in ceramica locale in ottimo stato di conservazione e di alcune anfore probabilmente provenienti dalla Calabria, ridotte in cocci ma ben ricostruibili, resti di una tazza in legno decorato, tutti databili al VII secolo dopo Cristo. Sono questi i reperti venuti alla luce durante i lavori di scavi archeologici iniziati circa due settimane fa, finanziati con fondi comunali e del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, all’interno di un villaggio di origine bizantina del VII secolo che è stato scoperto a Supersano qualche anno fa in zona “Scorpo”.
I lavori procedono sotto la direzione scientifica del professor Paul Arthur, docente di Archeologia Medievale presso la Facoltà di Beni Culturali di Lecce, con la partecipazione dei suoi collaboratori, in particolare del dottor Marco Leo Imperiale che è responsabile sul campo e di alcuni studenti della Facoltà impegnati sullo scavo.
Nell’intervento è stato programmato inoltre lo scavo di un quarto fondo di capanna (una Grubenhauser simile alle case longobarde del centro Europa) e lo scavo dei riempimenti di un pozzo, sempre di età bizantina, venuto alla luce nella campagna di scavo del 2004.
«Naturalmente sul piano scientifico – afferma Bruno Contini, assessore alle psolitiche culturali del comune di Supersano – il rinvenimento costituisce un evento di eccezionale importanza non solo per i suddetti materiali, ma soprattutto perché si tratta dell’unica testimonianza, in tutto il meridione d’Italia, del ritrovamento di materiale organico (semi, ossa, legno, cuoio, noccioli) che si sono ben conservati nella melma argillosa della zona “Scorpo”. Detto materiale è databile tutto all’età bizantina e costituisce certamente una ghiottoneria per gli studiosi del periodo interessato».
I reperti serviranno a rimpinguare il patrimonio archeologico delle altre campagne di scavo che è momentaneamente depositato presso l’Università di Lecce, ma che sarà esposto negli ambienti del “Museo del Bosco” in corso di realizzazione nel castello “Manfredi” di Supersano.
«Questa occasione – continua Contini – farà di Supersano uno dei siti di maggiore interesse archeologico in ambito regionale e sotto certi aspetti aprirà un’autostrada verso un’attrazione sempre crescente del mondo scientifico nei riguardi del nostro territorio che ha ancora tante testimonianze da scoprire e altrettanta storia da raccontare. A noi amministratori resta il compito e l’impegno costante ad incoraggiarne lo studio attraverso investimenti nel settore e a facilitarne la sua valorizzazione».
Tratto da :Antonella Coppola,
Un museo nel Castello per i reperti degli scavi,
in Nuovo Quotidiano di Puglia – Lecce,
Lunedì 30 luglio 2007 Anno VII – N. 206